Via Del Sale Set 15

Di ritorno dal nostro viaggio estivo , la Trans Himalayan Belt , Rita ed io sentivamo la mancanza di un pò di sterrato, molto meno dell’eccesso di bagaglio che ci siamo portati dietro e delle difficoltà legati a peso ed assetto su percorsi tecnici.
Quando abbiamo deciso di percorrere la Via Del Sale la scelta è quindi caduta  sull’assetto Bikepacking, che mi sta sempre più convincendo ed intrigando.
Considerando la relativa brevità del viaggio ( 3 gg ) la mia attrezzatura - con l’aggiunta di qualche “accrocchio” - sarebbe stata sufficiente per entrambi oltre ad essere un’ottima occasione per introdurre Rita in questo, a lei sconosciuto , assetto di viaggio.

Raccogliamo quindi la nostra roba, dividiamo le borse a nostra disposizione , simuliamo il carico delle nostre bici e testiamo il risultato con un breve giro il giorno prima della partenza.
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Al giro si unisce, per i primi due giorni, Silvio con un assetto "misto"
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Abbiamo trovato traccie e Report del percorso in rete e dopo le opportune modifiche - deviazione per e da Realdo verso l’omonimo Rifugio a salutare il gestore , Giampiero, organizzatore della Alpi del Mare Trail ( traccia Viola) che in parte ricalca il ns percorso - siamo pronti per raggiungere Limone Piemonte, punto di inzio del ns viaggio.
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I primi 15 km di asfalto ci portano in prossimità del tunnel del Colle Tenda  dove svoltiamo verso gli impianti di risalita di Limone 1.400 , fino a giungere all‘inizio dello sterrato in vista del Fort Central che segna l’inizio della Via Del Sale.
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Seguono due giorni di percorso davvero spettacolare e vario , dentro e fuori i confini tra Italia e Francia, con un susseguirsi di scenari che vanno dalla folta vegetazione a distese di Rocce Carsiche, dai Boschi di Abeti a quelli di Lariceti, il tutto senza particolari difficoltà tecniche né salite impossibili.

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Pernottiamo  la prima notte presso il Rifugio Barbera e la seconda, dopo aver deviato dal percorso originale, a Realdo dove Giampiero, ( Alpi del Mare Trail ) , ci accudisce e ci coccola tra una chiacchiera , una pizza e una focaccia fatte in casa.
Accoglienza proseguita nella serata con un’ottima cena e un fiume di idee, proposte, progetti per valorizzare e rilanciare questo splendida parte della Liguria - ahimè! - sconosciuta ai più.
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Il terzo giorno, ripresa la Via originale, le cose si fanno più complicate, i passaggi tecnici e molto esposti, la necessità di prudenza e concentrazione una costante.

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In alcuni casi si deve far ricorso, per brevi tratti , a ferratine  e spesso il buon senso ci ha consigliato tratti a spinta - sia in salita che in discesa - considerando l’estrema pericolosità degli stretti single track pietrosi e assolutamente esposti - che probabilmente i più sgamati sono in grado di fare in sella, noi...anche no!
Tutto ciò in uno scenario che offre panorami spettacolari delle Alpi Marittime e delle Alpi Liguri.

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Io ci ho scherzato un po su, ma vi garantisco che alcuni  passaggi non sono stati per niente banali..chiedere a Rita ( letteralmente terrorizzata!)

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Infine, dopo varie deviazioni per evitare tratti segnalatici in precedenza, pressochè impraticabili, riprendiamo la traccia originaria e affrontiamo una 20ina di km di carrareccia in discesa non tecnica, ma particolarmente sconnessa, per la gioia delle nostre braccia e dei nostri freni , messi a dura prova da cotanto dissesto.

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Taglio finale su asfalto, nel tentativo estremo di prendere al volo l’ultimo treno utile per il rientro a casa - fallito! - lungo una ripida ma godibilissima discesa che ci ha portato sulla provinciale fino a Ventimiglia.

Perdonate la limitata descrizione del tracciato e la mancanza di particolari e precisi riferimenti - di cui troverete ampia documentazione in rete e dettagliati resoconti : lo scopo di questo report è in realtà un altro.

Al di là del confermare la bellezza del percorso, gli scenari e i passaggi mozzafiato , quello che più mi premeva era ribadire l' estrema validità dell’assetto in escursioni di questo tipo, sia per quanto riguarda la stabilità e la guidabilità del mezzo , sia per quanto riguarda la leggerezza del bagaglio, fattore indotto dall’impossibilità materiale di caricare troppo il mezzo stante la mancanza di spazio.
Questo è più che evidente e chiaro ai Bikepackers di lungo corso, molto meno ai Cicloviaggiatori/Cicloturisti “classici” di cui comprendo diffidenza e dubbi.
Sono d’accordo che non sempre è utile ridurre all’estremo la propria attrezzatura , anche se resta da stabilire cosa in effetti si possa ritenere indispensabile - in ogni cicloviaggio - e cosa no, considerazioni e valutazioni decisamente soggettive.
Il mio consiglio spassionato è ...provare!
Ed è quello che ho chiesto a Rita
Positivo il suo giudizio,nonostante la sua dotazione fosse in realtà limitata e un po “accrocchiata” - la mia Sweet Roll in prestito, una Sacca Stagna fissata alla bene e meglio a mò di Seat Bag , un Portaborraccia al manubrio e una Top Tube Bag capiente ma nn proprio ergonomica.
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Lei che qualche esperienza di MTB pura l’ha fatta, ha maggiormente apprezzato l’assetto, confermando l’estrema guidabilità e reattività della bicicletta.
Le uniche riserve/preoccupazioni riguardano la reale possibilità di stipare i propri bagagli in un ipotetico cicloviaggio - anche se dopo le fatiche Indiane dovute anche all’overloaded la sua Check List subirà , in ogni caso , una notevole riduzione.
Della bontà di questo assetto io personalmente ero già abbastanza convinto, questa ulteriore riprova mi ha portato alla decisione di intraprendere il prossimo cicloviaggio “serio” con questo assetto , tanto più che oramai il mio set di borse si è arricchito di una Full Frame Bag ,(non utilizzata in questo giro) della seconda Mountain Feedbag e della Gas Tank che completano (quasi) per intero la mia dotazione.
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Resta a questo punto da convincere anche la mia compagna di viaggio.

Io : “Rita allora?!?! che ne dici del bikepacking?”
Lei : “Si , in effetti la bici la guidi bene, manco li senti i bagagli..però...boh..è un po scomoda da caricare, e se hai bisogno di qualcosa e non è a portata di mano ….boh...ci devo pensare…”
Io : “............”

Lei : “senti maaaaa…..?!?!?! di che colore hai detto che ci sono ‘ste borse?”

Ok, è fatta!!  :-)

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